Heather Parisi non è solo il suo successo, nel passato della famosa showgirl si nasconde qualcosa di davvero drammatico: le sue parole hanno lasciato di stucco.
Non ha certamente bisogno di presentazioni la famosa showgirl americana, che fin da giovane è diventata un volto noto per tutto il pubblico italiano. Eppure, proprio di recente ha mostrato un lato di se stessa che nessuno conosceva e che fa parte proprio del suo passato.
Le sue parole, sono arrivate nel corso della lunga intervista rilasciata per Verissimo e riguardano la sua infanzia e il suo rapporto decisamente burrascoso con la sua famiglia, che in un certo senso l’ha costretta a prendere delle decisioni davvero importati, ancora molto piccola.
“Io stavo da sola a 8 anni, ho fatto io da madre a mia sorella Tiffany, non era una cosa normale. Ce l’avevo con lei, mi ha costretto a vivere e comportarmi come un adulto, oggi ho un rapporto con lei tranquillo, perché sono adulta e mamma anche io” ha confessato.
Heather Parisi confessa tutto: “Ho avuto un’infanzia drammatica”
Heather Parisi torna ancora una volta al centro dell’attenzione ma questa volta non per un nuovo appuntamento televisivo che la riguarda, ma per un ricordo legato al suo passato e alla sua infanzia, che come lei stessa ha ammesso non è sempre stata facile.
“Ho avuto un’infanzia drammatica, ho fatto di tutto per scappare, la danza è sacrificio, è una disciplina molto severa, a 13 anni sono andata a vivere da sola a San Francisco, avevo una borsa di studio, non ho mai pagato nella mia vita una lezione di danza. Ho sempre avuto le borse di studio, a volte quando non potevo fare le audizioni mandavo una foto di un grand jeté e mi arrivavano le lettere con scritto: sei stata accettata”.
Delle parole davvero molto dure le sue che sempre nel corso della sua intervista per Verissimo, ha parlato del rapporto con suo padre, andato via di casa quando era ancora una bambina: “Ho conosciuto bene mio padre quando avevo 28 anni, ma ho perso tanti anni da poter vivere con lui, e questo fa male. Non ho niente da perdonargli perché io me le ricordo le chiamate, correvo in corridoio e chiedevo a mia madre chi fosse al telefono e lei mi diceva che era un numero sbagliato. Ma non era così”.