Arriva l’influenza ma è importante non farsi prendere dal panico e valutare fin da subito i sintomi, scopriamo quali sono
Nonostante le temperature sopra la media, l’inverno è alle porte. È stato un autunno particolare, nessuno si sarebbe aspettato questo caldo, ma ciò non toglie che le prime influenze hanno iniziato ad andare in giro. Da quando siamo costretti a vivere con il Covid le persone continuano ad essere spaventate già ai primi sintomi perché hanno difficoltà a capire di cosa si tratti.
La verità è che il Covid va ancora in giro, non si è fermato, nonostante i telegiornali non trattino più la notizia. Come avevano ipotizzato i virologi tempo fa, la pandemia sarebbe diventata endemia, si sarebbe quindi stabilizzata, insegnandoci a convivere con il virus. Come ogni anno, anche questa volta l’influenza autunnale sta colpendo maggiormente bambini e anziani con febbre alta, raffreddore e sensazione di stanchezza generale. Ma come accorgersi di stare incubando un virus? Come agire senza troppe preoccupazioni? Vediamo cosa suggeriscono i medici.
Influenza stagionale: ascoltare i sintomi e agire, inutile vivere nell’ansia
Il primo sintomo più evidente è la febbre con tosse stizzosa. Man a mano si può aggiungere il naso chiuso e brividi di stanchezza sul corpo. Sintomi più silenziosi sono ad esempio mal di testa, stanchezza, dolori muscolari e articolari, ma anche problemi nel sonno come ad esempio il non riuscire ad addormentarsi per via di una sensazione di malessere e risvegli a metà sonno. A seguire si può incappare anche in problemi come nausea e perdita dell’appetito. Un altro virus che sta invadendo i nostri spazi porta invece diarrea e nausea senza raffreddore o altre sintomatiche.
In caso ci si accorge di riscontrare questi sintomi si può attutire la situazione con farmaci da banco, antinfiammatori, ma solo se i sintomi persistono per giorni: in generale, nei soggetti più forti, in due giorni di riposo il raffreddore potrebbe passare da solo senza causare troppi problemi. Inutile quindi andare in allarme, preoccuparsi solo se i sintomi persistono per più di 4 giorni: in questo caso è consigliato rivolgersi ad un medico il quale si occuperà della gestione della problematica caso per caso.