Tante le polemiche sulle nuove manovre per il Reddito di cittadinanza, ma ormai sembra deciso: cambierà tutto tra sei mesi
Nuove indiscrezioni emergono sulla manovra. Il Governo sta lavorando per la stretta sul Reddito di cittadinanza ormai da settimane. Non tutti sembrano d’accordo sulla linea da seguire, in certi casi il reddito era accomodante e l’idea di poterlo perdere di punto in bianco ha scombussolato la vita di molti.
A prescindere da come la si pensi, però, il governo sta ormai facendo i suoi passi avanti sulla questione. Secondo quanto si apprende, è stata confermata nel vertice di maggioranza sulla Legge di Bilancio a palazzo Chigi, alla presenza dei capigruppo, del premier Giorgia Meloni, del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, del viceministro Maurizio Leo e dei vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini.
L’obiettivo è stato ribadito ancora una volta: sarebbe quello di abrogare il reddito di cittadinanza tra sei mesi agli “occupabilì”. Cosa significa tutto ciò? Che il Governo ha deciso di ritirare il Reddito di cittadinanza a tutti coloro che saranno in grado di lavorare. Ma come funzionerà?
Reddito di Cittadinanza: le nuove direttive del Governo entreranno in vigore tra poco, cambierà tutto
È prevista, sempre secondo quanto si apprende, anche una stretta sui controlli sui percettori del reddito di cittadinanza per accertare che chi percepisce il reddito di cittadinanza vive in Italia e ha il diritto di riceverlo. Tutti coloro che hanno ricevuto il Reddito fino a questo momento saranno valutati, uno per uno, le persone idonee al lavoro verranno inserite in un percorso di formazione con corsi di vario genere e poi verrà inserito in un contesto. Nel caso in cui si rifiutasse il lavoro trovato (che cercherà di essere comunque affine alle caratteristiche della persona), a quel punto decadrebbe anche la possibilità di riscuotere la quota mensile.
La Legge di bilancio dovrebbe ammontare a circa 30 miliardi: oltre ai 21 destinati alle misure per le imprese e le famiglie sul caro energie, dovrebbe contare su cinque miliardi per le misure illustrate nel programma di Governo e il resto destinato alla copertura delle spese. La situazione creerà un iniziale disagio, questo perché da pronostici sembrano essere in molti coloro che hanno il Reddito di cittadinanza ma al tempo stesso hanno rifiutato incarichi lavorativi.
Da una parte il problema dell’accettare l’incarico o di dover riniziare a trovarsene uno in autonomia, potrebbe portare un movimento nel mondo del lavoro: molte persone si dovranno rimboccare le maniche per cercare una soluzione alternativa ai 700 euro mensili. Dall’altra parte ci sarà sicuramente qualcuno che invece si ritroverà nel limbo tra il poter e il non poter lavorare, ed entrerebbe in gioco anche la questione sul salario minimo. Il Governo comunque garantisce che chi è inabile al lavoro verrà rispettato e riceverà la sua quota senza ulteriori problemi. Non ci resta che aspettare per capire come si smuoveranno le acque.