Si tratterà di un bonus che farà salire le pensioni minime, l’ultima novità del Governo per i prossimi anni, ma la variazione è irrisoria
In questi giorni il Governo ha concordato quali saranno le nuove manovre in merito alla Legge di Bilancio per il 2023. Un ritardo decisionale rispetto agli altri anni ha investito il Governo anche per via delle elezioni autunnali che hanno fatto slittare tutta l’organizzazione. Per quanto riguarda le pensioni sono diverse le novità, tra le quali c’è sicuramente il fatto di far salire le pensioni minime.
Se l’intenzione c’è stata, la riuscita un po’ meno considerando la cifra irrisoria di aumento. Dal 1° gennaio 2023 calerà il sipario sull’attuale schema articolato su tre fasce di reddito per la rivalutazione delle pensioni: Il governo ha deciso di adottare per il biennio 2023-2024 un nuovo sistema di perequazione degli assegni pensionistici che premia i trattamenti al minimo, mantiene la rivalutazione piena per quelli fino a quattro volte il minimo e taglia progressivamente gli adeguamenti per gli assegni superiori a questa soglia.
Anche per i prossimi due anni, così, la rivalutazione sarà piena per le pensioni fino a quattro volte il minimo Inps (circa 2.100 euro). Oltre questa soglia scattano i tagli. L’adeguamento sarà dell’80% per gli assegni pari o inferiori a cinque volte il minimo, del 55% per quelli tra cinque e sei volte il minimo, del 50% tra sei e otto volte il minimo, del 40% tra otto e dieci volte il minimo e del 35% per le pensioni superiori a 10 volte il minimo (circa 5.250 euro). Per i trattamenti al minimo (circa 525 euro) arriva una rivalutazione maggiorata..
Bonus sulle pensioni minime: oltre 570 euro nel 2023 e a circa 580 nel 2024
Come annunciato dal governo la rivalutazione delle pensioni minime di quelle ancora più basse sarà “rafforzata”. In particolare, il “minimo” sarà incrementato dell’1,5% il prossimo anno e del 2,7% nel 2024. Non di certo una maggiorazione che cambia la vita, ma già un primo passo verso una miglioria generale. Tenendo conto dell’indicizzazione del 7,3%, gli assegni più bassi dovrebbero arrivare a oltre 570 euro il prossimo anno e a circa 580 in quello successivo. A disegnare questo schema per indicizzare gli assegni pensionistici al caro vita è la manovra approvata dal governo Meloni, nell’ultima versione messa a punto dai tecnici.
Nel disegno di legge di bilancio vengono confermate le uscite con il mix Quota 42 e 62 anni d’età (di fatto Quota 103), così come il bonus del 9,19% per i lavoratori che decideranno di rinviare l’uscita una volta raggiunti i requisiti di Quota 103. Insomma, è da anni che il sistema pensionistico viene aggiornato ma una soluzione risolutiva non si riesce a trovare. La verità è che lo Stato non ha i soldi per permettersi delle pensioni idonee ai propri cittadini: con una tassazione alle stelle, non si riesce a rientrare nei conti, considerando il debito pubblico di miliardi di euro e lo spread in continuo aumento. Nella situazione attuale, la riformulazione dello schema pensionistico in 6 fasce è sembrata la scelta migliore, vedremo se sarà anche funzionale.