Governo Meloni e Reddito di Cittadinanza: le novità della manovra coinvolgono anche i diciottenni percettori dell’agevolazione
Tra i temi caldi della prima manovra del Governo Meloni c’è il reddito di cittadinanza: faceva parte del programma della campagna elettorale e adesso è stato spuntato come uno dei temi della Legge di bilancio del 2023. Fino ad ora era chiaro che il reddito si sarebbe estinto nel 2024. Un anno ‘cuscinetto’ per mettere in allerta i possessori e cercare di dare più posti di lavoro possibili.
Nel 2023, nel frattempo, il reddito sarà percepito solamente da chi è effettivamente inabile al lavoro, per gli abili, invece, ci sarà un’assegnazione di un posto di lavoro, nel caso venisse rifiutato a quel punto si perderebbe automaticamente il diritto a all’RdC. Gli unici che nel 2023 continueranno a prendere il reddito senza limiti saranno gli inabili. Quando nel 2024 non sarà più possibile percepire l’agevolazione, il Governo la sostituirà con un’altra manovra che verrà studiata nel 2023, nei prossimi mesi.
Sul tema è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha proposto di togliere il beneficio “a chi non assolve l’obbligo scolastico”. La proposta del ministro Valditara si inserisce nell’ambito della modifica del reddito di cittadinanza per il 2023 e quindi della riforma nel 2024 annunciate nella Legge di bilancio del governo Meloni, ma vediamo nel dettaglio che cosa asserisce.
È basata su una ricerca riguardo ai giovani nella fascia compresa tra i 18 e i 29 anni percettori di reddito, il cui risultato è stato definito dal ministro stesso “sorprendente e inquietante”. In Italia ci sono 364.101 percettori di reddito di cittadinanza nella fascia tra i 18 e i 29 anni. Di essi 11.290 possiede solo la licenza elementare o nessun titolo, e altri 128.710 soltanto il titolo di licenza media”, ha spiegato il ministro.
“Noi riteniamo si debba prevedere l’obbligo di completare il percorso scolastico per chi lo abbia illegalmente interrotto o un percorso di formazione professionale nel caso di persone con titolo di studio superiore ma non occupate né impegnate in aggiornamenti formativi, pena in entrambi i casi la perdita del reddito, o dell’eventuale misura assistenziale che dal 2024 lo sostituirà”. Secondo il Ministro questi ragazzi sono rimasti ‘bloccati’ senza ‘sproni’ proprio perché adagiati sul percezione del Reddito di Cittadinanza. “Questi ragazzi preferiscono percepire il reddito anziché studiare e formarsi per costruire un proprio dignitoso progetto di vita”.
A questo punto sembra chiaro che la manovra prevederà una riforma anche da questo punto di vista: tutti dovranno trovare occupazione, finire gli studi oppure scegliere un corso di specializzazione ad un lavoro pratico, non ci saranno vie alternative, sia per adulti che per adolescenti dai 18 anni in su. Al momento resta da capire quali saranno i meccanismi che regoleranno le chiamate al lavoro dei singoli, ma l’intera manovra prenderà spazio nel 2023.
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