La Meloni ha cambiato anche le direttive sui pagamenti tramite Pos, nel testo della manovra viene presentata la novità: cambierà tutto
Il Governo Meloni ha proposto le nuove direttive per il 2023 e nella manovra è stata presentata anche una novità per quanto riguarda i pagamenti tramite Pos. Il nuovo Governo ha deciso di alzare fino a 60 euro la soglia per i pagamenti con il Pos: al di sotto di questo limite non ci sarebbe alcun obbligo per i commercianti di accettare i pagamenti elettronici. Nella versione precedente della legge di bilancio questo tetto era stato fissato a 30 euro, poi modificata ulteriormente.
Il governo Draghi, per rispondere alle indicazioni di Bruxelles, era già intervenuto sulla materia, introducendo una sanzione amministrativa di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione rifiutata, in caso di rifiuto di accettare pagamenti elettronici di qualsiasi importo. La misura era già scattata dal 30 giugno 2022 (con un anticipo di sei mesi rispetto a quanto previsto inizialmente).
Era stata anche data la possibilità di acquistare Pos di ultima generazione con un Bonus che avrebbe concesso lo sconto a tutte le attività che avrebbero voluto munirsi dei dispositivi per mettersi in regola. L’intento di questa mossa del Governo Draghi, stava nel fatto che in questo modo si sarebbe combattuta (per quanto possibile) la piaga dell’evasione fiscale, perché in questo modo si sarebbe incentivato l’utilizzo dei pagamenti elettronici, contro invece l’utilizzo del contante, molto meno tracciabile.
Dopo le polemiche dei giorni scorsi, sollevate da parte di chi pensa che il Pos sia comunque un deterrente all’evasione, il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini era arrivato a dichiarare che chi vuole pagare con la carta un caffè al bar è solo un “rompiballe”. Tralasciando le polemiche, il Governo, anche attraverso le comunicazioni social, ha voluto dire la sua in merito alla confusione sulla manovra, vediamo nel dettaglio cosa ha specificato.
La misura però è stata bocciata dalla Corte dei Conti, che ha criticato sia l’aumento del tetto al contante a 5mila euro che la soglia di 60 euro per il Pos: “L’innalzamento del tetto dei pagamenti e, in particolare, la non sanzionabilità dei rifiuti ad accettare pagamenti elettronici di un determinato importo possano risultare non coerenti con l’obiettivo di contrasto all’evasione fiscale previsto nel PNRR”.
Dopo le critiche la Presidente del Consiglio sembra aver fatto una parziale marcia indietro. Ne ha parlato ieri durante una diretta Facebook, inaugurando la nuova rubrica, ‘#gliappuntidiGiorgia’. Nel video pubblicato su Instagram, la Meloni ha spiegato che non c’è correlazione tra pagamento con il Pos e calo dell’evasione. Dall’altra parte, invece, ci sono state testate con Open, la testata di Mentana, che hanno analizzato i dati a cui ha fatto riferimento Giorgia, spiegando come siano in realtà falsi, o meglio, come la loro interpretazione sia falsa e che invece non avrebbero alcuna correlazione tra di loro per dimostrare che più pagamenti in contanti possano far calare il tasso di evasione fiscale. Nel frattempo la questione dibattuta rimane aperta.
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