I benzinai andranno in sciopero: l’Italia si sta preparando, la protesta prevederà più giorni di stop, il disagio sarà forte
Benzinai in sciopero per tre giorni: gli impianti di distribuzione dei carburanti sulla rete autostradale resteranno chiusi. L’annuncio è stato dato da Faib Confesercenti, Fegica e Anisa Confcommercio in un comunicato. La lamentela sta nel fatto che le aree di servizio autostradali sono in degrado. Il problema è circoscritto ai prezzi dei carburanti ma in parte coinvolge anche i prezzi della ristorazione, “abnormi e fuori mercato” ma la protesta verte anche su standard qualitativi, non solo di prezzo.
“In questi giorni – proseguono i gestori – circola ancora una bozza di Decreto Interministeriale che ha il solo scopo di perpetuare le condizioni di privilegio acquisite dalle società concessionarie (private) a scapito dell’interesse degli automobilisti (anche professionali) costretti a pagare pedaggi capestro, carburanti più cari ed un panino come se fosse acquistato nel centro di Tokyo”.
Poi la nota continua a specificare: “Insieme alla proclamazione dello sciopero le Organizzazioni di Categoria hanno chiesto alla Commissione per lo sciopero nei pubblici servizi, l’attivazione delle procedure di raffreddamento e conciliazione delle vertenze collettive di interesse nazionale, così come da normativa vigente”.
Dalle 22 del 13 dicembre fino alla stessa ora di venerdì 16 dicembre i benzinai saranno ufficialmente in sciopero. Ben 72 ore di sciopero nazionale dalle 22 di martedì che bloccheranno tutta la penisola.
Tre giorni di chiusura delle aree di servizio autostradali per la protesta delle organizzazioni di categoria dei gestori degli impianti autostradali (Faib, Fegica ed Anisa) che chiedono di essere ascoltati e di capire quale sarà il loro destino. Il disagio si farà sentire, soprattutto per quanto riguarda i trasporti, sarà difficile fare lunghe tratte senza avere la possibilità di ricarica carburante, si salveranno invece le macchine elettriche.
Come spiegato a Today da Antonino Lucchesi, presidente Faib autostrade: “Urge un nuovo decreto sulle concessioni autostradali. Il 7 agosto del 2020 è scaduto il precedente decreto sulle concessioni, che poi non è stato rinnovato a causa della pandemia”. Un problema che non nasce certo oggi, ma che diventa sempre impellente se rimane inascoltato: “Prima con Conte e poi con Draghi – ha sottolineato Lucchesi – avevamo fatto delle proposte, rimaste tutte disattese, abbiamo scritto anche all’attuale governo e a tutti i ministeri coinvolti, ma ad oggi non vi è stata alcuna risposta”.
La situazione è più grave di ciò che si pensi perché anche in quest’ultima bozza il problema non viene affatto nominato, è per questo che lo sciopero di 3 giorni è un’esasperazione di una situazione già problematica da tempo, non ascoltata. Ad aggravare la situazione anche il fatto che essendo giorni sotto Natale la gente è in fermento per gli acquisti, diventerà tutto più complicato, anche per i trasportatori che avranno diverse merci da spostare tra sud e nord Italia.
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