La stranissima storia dei 3 gemelli che segnano il tempo attraverso una foto: il rito fa commuovere tutti sul web
Nel 1985, Karin Scholtz scattò una foto dei suoi tre gemelli, Peter, Mark e Dennis, il giorno del loro primo compleanno. Era così felice che aveva coordinato i loro vestiti e ha persino fatto un cartello carino per l’occasione. Questa mamma non sapeva che poi sarebbe diventato un rito che li avrebbe tenuti insieme nei decenni. Pensava semplicemente che un giorno sarebbe diventato un bel ricordo, qualcosa che i ragazzi avrebbero guardato più in là e ne sarebbero stati felici.
Non aveva idea che questa fotografia avrebbe portato a 33 anni di foto dei ragazzi in posa insieme. Nel frattempo gli anni sono passati e come in tutte le vite ci sono stati anche per loro alti e bassi, ma nel tempo sono sempre rimasti uniti.
La serie fotografica dei tre gemelli inizia nel 1985, in occasione del loro primo compleanno. La loro madre, Karin, voleva solo fare una foto ai suoi ragazzi, una classica foto di compleanno che i genitori vogliono tenere come ricordo. Oggi però per i gemelli è considerata una tradizione di famiglia.
Gemelli in foto dopo 33 anni: ogni anno se ne scattavano una
Quando è arrivato il momento del secondo compleanno dei ragazzi, Karin ha creato un altro cartello a cui aggrapparsi. Questa volta, erano un po’ più consapevoli di ciò che stava succedendo intorno a loro ed erano più che felici di mettersi in fila e posare davanti alla telecamera quando gli veniva chiesto di farlo. Il tempo passava e Karin aveva deciso di continuare a fotografare i figli nel tempo, anno in anno, per vedere anche come cambiavano le loro personalità: più gli anni passavano, infatti, e più i ragazzi assumevano posizioni diverse nelle foto spontanee che suggerivano qualche dettaglio sui loro atteggiamenti e caratteri.
Le espressioni del quinto compleanno ad esempio, erano diverse rispetto a quelle delle foto degli anni prima: facevano capire quanto il loro quinto compleanno fosse stato difficile. Questo è l’anno in cui alla loro madre, Karin, era stato diagnosticato il morbo di Parkinson e aveva iniziato le cure.